martedì 30 luglio 2013

Guillaume, con il triciclo solare dal Belgio al Kazakistan

di Veronica Ulivieri Fonte La Stampa.

Se ci sarà mai un nuovo episodio di Ritorno al futuro, il triciclo solare di Guillame Bruyr, fantascientifico e sostenibile quanto basta, potrebbe prendere il posto della mitica DeLorean come macchina del tempo. Per adesso, invece, questo giovane ingegnere civile belga di 23 anni con la passione per l’avventura e le idee irrealizzabili, lo sta usando per andare da Bruxelles fino ad Astana, in Kazakistan, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul disastro ambientale del lago d’Aral.


Il suo viaggio – 10mila chilometri in poco più di tre mesi, attraverso 19 Paesi – è cominciato mercoledì 26 giugno da Bruxelles, dove alla sua iniziativa si è interessata anche la Commissione europea, che ha inserito la partenza di Guillaume tra gli appuntamenti della Settimana europea dell’energia sostenibile (24-28 giugno).

Nella capitale belga, dove lo abbiamo incontrato prima della partenza, lui è già una piccola star: la gente lo ferma per augurargli buona fortuna e fotografare il suo gioiello. Alla domanda su come gli sia venuta un’idea così strana, minimizza: «Ho tante idee, tra tutte sono riuscito a realizzarne una. Mi piace il fatto di andare alla scoperta di luoghi che non conosco, lanciando un messaggio di sostenibilità. Il trike l’ho costruito tutto da solo, a parte l’asse principale. Gli sponsor che ho trovato nella promozione del progetto mi hanno dato utili consigli, ma materialmente è frutto del mio lavoro, ed è la dimostrazione di come la bicicletta solare non sia più un sogno». Ma forse, la parola triciclo non rende bene l’idea della particolarità di questo mezzo di trasporto: al trike, infatti, è attaccato un piccolo carrello dove sono riposte la tenda e le attrezzature necessarie. Entrambi i blocchi sono coperti da pannelli fotovoltaici: «Servono a ricaricare la batteria, che a sua volta alimenta il triciclo quando ho bisogno di aiuto per pedalare, soprattutto in salita». E nei momenti di stanchezza: «Ha un’autonomia di 40 chilometri, che aumenta se diminuisce la velocità».

Il viaggio si annuncia impegnativo: «Percorrerò dai 100 ai 150 chilometri al giorno, scegliendo il più possibile piste ciclabili e strade secondarie. Alla fine del primo mese arriverò a Istanbul, poi, in altri 30 giorni a Baku, in Azerbaijan, e infine ad Astana. Dormirò in tenda o a casa di chi vorrà offrirmi un letto per una notte, contattandomi tramite i siti di scambio ospitalità come Couch surfing.org o Warw showers.org». Incontri e avventure che il giovane ingegnere racconterà sul suo sito http://kazaktrike.weebly.com e sulla pagina Facebook del viaggio https://www.facebook.com/kazaktrike.be.

Ma perché, tra le tante mete possibili, proprio la capitale kazaka, situata in mezzo alla steppa e poco nota ai cittadini europei? «Per un veicolo speciale, dovevo scegliere un traguardo altrettanto originale!», scherza lui. «In realtà, con il mio viaggio vorrei denunciare il disastro ambientale del lago d’Aral, al confine tra Kazakistan e Uzbekistan, in buona parte prosciugato dal governo russo per l’irrigazione delle piantagioni di cotone». Fino agli anni Quaranta e Cinquanta, era il quarto lago più grande del mondo, mentre oggi, a causa di un progetto del governo sovietico che ha dirottato i fiumi immissari, si è ridotto del 90%.

Nella parte finale dell’itinerario, Guillaume percorrerà le terre che un tempo erano i fondali del grande bacino salato, e raggiungerà Astana i primi di ottobre, per poi abbandonare il triciclo qualche settimana: «A fine ottobre tornerò a Bruxelles in treno con la mia ragazza. Il trike, invece, lo smonterò e lo rimanderò in Belgio per posta». 

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