mercoledì 25 luglio 2012

Al lavoro in bici? Sei poco tutelato

L'Inail riconosce lo status di «infortunio in itinere» solo se avviene su piste ciclabili. In campo Fiab e Salvaiciclisti

Ti fai male andando al lavoro in bicicletta mentre non sei su una pista ciclabile? Niente risarcimento, se vivi in Italia. Già, perché come denuncia #salvaiciclisti nel nostro Paese coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro, devono fare i conti con «una legislazione che, non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto». In Italia, in caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l’Inail riconosce al lavoratore lo status di “infortunio in itinere” “purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l`utilizzo era davvero necessario”. Peccato che le piste ciclabili siano davvero poche.

DIECIMILA FIRME - A denunciare la situazione è la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (Fiab) che in una lettera aperta al presidente del Consiglio, al ministro dei Trasporti e ai presidenti di Camera e Senato, ha proposto in giugno la modifica dell’art. 12 del decreto 38/2000 e di aggiungere al testo attuale la frase: «L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico», esattamente come previsto per il lavoratore che si reca al lavoro a piedi. La proposta della Fiab "bici in itinere" ha già raccolto oltre diecimila firme e ricevuto parere favorevole da parte di ben tre Regioni, tre Province e sedici Comuni tra cui Milano, Bologna e Venezia che ravvisano grande imbarazzo nel chiedere ai concittadini e ai propri dipendenti di usare la bicicletta senza poter garantire nel contempo adeguate tutele.

OTTO MORTI DA INIZIO LUGLIO - Si tratta di un'iniziativa di sicuro merito civico, che si va ad aggiungere alle molteplici iniziative portata avanti con l'hashtag #salvaiciclisti, ispirata dal quotidiano londinese The Times che lanciò "Cities Fit For Cyclists", dopo che un suo dipendente finì in coma perché investito mentre andava al lavoro. Tutte storie e fatti che ci riguardano da vicino. Perché usare la bicicletta è un gesto di rispetto nei confronti dell'ambiente e degli altri cittadini. E si tratta di un gesto che non viene sempre rispettato: negli ultimi dieci anni infatti si sono verificate 56 mila morti sulle strade italiane, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani tra i 15 e i 35 anni (nel paese più vecchio d’Europa), il 2% del PIL annuo se ne va proprio a causa degli incidenti stradali a cui si aggiunge quello perso nel traffico e a causa degli inquinanti generati. Ma non solo. Fa rabbrividire la storia di otto persone che solo dall'inizio di luglio sono morte mentre erano alla guida di una bicicletta.

Fonte:
http://www.corriere.it/cronache/12_luglio_24/salvaiciclisti-e-infortunio-in-itinere_cd1c17d4-d5ad-11e1-8344-73c80d6dcb3d.shtml

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